Dopo aver letto il libro ho capito invece che in pratica potrebbe trattarsi quasi solo di una sola giornata alla fine della quale l’autore già non ne poteva più. Una mattina all’autogrill sulla Roma – Napoli, un pomeriggio al parco giochi Mirabilandia, una sera di Natale al cinema a vedere Boldi - De Sica e per concludere una Notte Bianca. E allora? Che c’è di strano? Di strano c’è che l’autore non aveva mai vissuto in questi luoghi, per l’autore sono l’altrove. Francesco Piccolo (l’autore, scrittore e sceneggiatore tra l’altro del “Caimano” di Nanni Moretti) sembra proprio voler confermare l’idea stereotipata di “intellettuale di sinistra” , con tutte le distanze e trasposizioni del caso, che l’italiano medio ha verso tale figura nel più comune dei luoghi comuni.
Nel racconto l’umorismo non manca e anche l’empatia, ma purtroppo a me é sembrata quell’empatia (fatte le dovute trasposizioni, cioè guardando dal lato opposto) di quei turisti che vanno una settimana a Cuba standosene tutto il periodo nel villaggio vacanze tranne un giorno, il giorno in cui vanno a vedere come vivono “veramente” i “veri” cubani. Poi tornati la sera al villaggio vacanze commentano “molto interessante ma io preferisco starmene qui”.
1 commento:
molto intiresno, grazie
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